Fanno riflettere alcuni episodi che leggiamo tra gli infiniti e sconfinati titoli negativi sui grandi quotidiani, confermati dalle varie tesi dei cosiddetti scienziati. Dico cosiddetti perché, ai miei tempi, quando andavo a scuola avevo capito che per essere chiamati scienziati ci voleva ben altro che qualche passaggio televisivo. Gli episodietti di cui parlo trattano di liti tra genitori e figli a causa del vaccino. È vergognoso e fa certamente riflettere che alcuni genitori litighino con i figli che si vogliono vaccinare. E fa riflettere ancora di più che debbano entrare in campo i giudici per dichiarare che i figli minori hanno diritto a proteggersi e a vivere una vita il più possibile normale, anche se madre e padre, tra l’altro separati, non sono d’accordo. Sarei tanto curioso di capire, se quando i due hanno deciso di separarsi, pensando al minore, si siano preoccupati del suo sviluppo, delle sue solitudini e delle sue sofferenze ascoltando o supponendo le più o meno indecenti offese nelle quali i due hanno abbondato davanti a lui. Pensano in molti che i due terribili anni delle chiusure, ci avrebbero aiutato ad uscirne più veri, più maturi, più capaci di leggere la vita nel modo giusto. Anche se parte di noi l’hanno realizzato, leggere che centinaia di migliaia di professori non si vogliono vaccinare e che protestino nei modi più banali, confondendosi con gente più attrezzata a distruggere che a costruire, fa pena, rabbia e conferma i dubbi sui miglioramenti. La richiesta che tutti facciamo alla scuola, non è solo l’erudizione e la frequenza in presenza degli allievi, ma soprattutto divenga anche luogo educativo perché fra le prime cose che dovremmo insegnare ai giovani, è il corretto uso delle nostre libertà. E la parola libertà laddove è stata usata male ha insanguinato la storia e tuttora sta devastando. Ecco perché faccio molta fatica a vedermi un insegnante discutere sinceramente con i suoi allievi, su un tema così delicato. Il mondo nel quale l’organizzazione della vita sociale e della sua quotidianità è plasmata su misura del singolo io, non può essere elemento formativo ed educativo delle nuove generazioni. L’ondata libertaria dovrebbe trovare una barriera potente proprio in una scuola, che non si accontenta di ideali di vita basata sulla ricerca di godimenti immediati offerti dal mercato e da una cultura vuota di contenuti di solidarietà ma propone progetti ben orientati e aperti tanto ai diritti quanto ai doveri.
Don Antonio Mazzi – Famiglia Cristiana n. 32/2021
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