NEL NOME DEL PADRE

02/03/2021


Padre carissimo,
ti voglio scrivere queste poche idee che mi saltano in testa ogni volta che incontro tuo figlio. Quello che ti scrivo non è ordinato, tantomeno logico e certamente ti romperà, perché, anche quando ti verrà in mente che tuo figlio è un pirla, che fa i cavoli suoi, che se ne frega di tutto, io darò sempre ragione a lui.
Mettiti il cuore in pace. Già altri hanno detto e fatto cose simili alle mie. Ma gli altri sono stati certamente più educati di me e avevano davanti titoli diversi dal mio. Penso al giurista Gustavo Zagrebelsky, nel suo libro Senza adulti, scrive: “Il tempo della pienezza in cui non si è più giovani, con le proprie illusioni e i propri trasporti generosi, ma fragili e non si è ancora vecchi, con il proprio disincanto, le proprie disillusioni e frustrazioni, è saltato”.
Se ci guardiamo intorno non vediamo più uomini e donne adulti. Coloro che sono stati capaci di lasciarsi dietro le spalle i turbamenti, le fragilità, gli stili di vita, le mode, le terapie nei centri benessere, i lignaggi e le espressioni giovaniliste, parolacce comprese, che farebbero ridere i pali del telefono, non ci sono più. A questo mondo ci sono persone sempre giovani e poi improvvisamente riappaiono, le stesse persone, da sempre vecchie.

Tu, padre carissimo, sei tra queste e più ti arrabbi, più è vero. Sai perché è vero? Non perché te lo dico io, ma perché te lo dimostrano i tuoi figli. È vero perché lo dimostrano i figli. Attenzione: non soltanto quelli problematici, ma soprattutto i figli normali, i migliori, quelli che prendono nove a scuola, 30 all’università e fanno volontariato nel mondo. Mi soffermo sui figli bamboccioni che hanno imparato l’arte da te padre. Smettiamola di favoleggiare sui figli mammoni, che restano in casa fino ai margini della pensione. In casa nessuno urla, nessuno prende decisioni, nessun divieto. La narrazione moderna ha deciso che appena un papà alza la voce, diventa cattivo. E nessuno vuole passare per cattivo, soprattutto se vivacchia nella borghesia, e tra le categorie colte. I figli non devono subire quell’autoritarismo nel quale sei vissuto Tu. Devono avere la possibilità di fare ciò che a te e ai figli di allora era stato negato.
Rubo la frase allo psicanalista Massimo Ammaniti: “Siamo tutti in deficit di responsabilità e di maturità”. Anche l’attore Antonio Latella, debuttando tempo fa, nel 2017, con Pinocchio, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano, ha dimostrato che il vero bugiardo è stato Geppetto. Anche così. «Pinocchio è una verità mancata. Mi sono ritrovato con un Pinocchio che è il nostro riflesso e tocca il nostro lato nascosto. Il suo compito è risvegliare il bambino che è in noi, quella parte infantile capace di creazione, così da poter trasformare le cose da ciò che sono in ciò che desideriamo siano. Il problema è il rapporto con la paternità mancata. Non è Pinocchio che dice le bugie ma Geppetto…” (finisce qui).
Queste parole invitano a pensare. E questo decalogo dedicato ai padri, molto artigianale, vorrei che fosse attentamente meditato da chi è padre. Si potrebbe appendere in forma di quadretto nello studio di molti padri, in particolare politici e/o politicanti.
Prima di salvare i figli degli altri, sarebbe molto meglio che non trascurassimo i nostri. Non è un gesto egoistico, ma solo un mettere in ordine le priorità. Fare il padre dovrebbe essere un noviziato che predispone a fare meglio anche altri ruoli: i politici, gli insegnanti, i sindaci, gli imprenditori.

Ecco il mio Decalogo sui padri:

1. Smettiamo di riempire di regali i nostri figli. Il consumismo fa scomparire il desiderio e apre le porte alla noia.
2. Quello che conta è l’intensità, ma non trascuriamo anche la quantità di tempo passato con i bambini. La prima mezzora del rientro a casa dal lavoro è fondamentale. Deve essere dedicata al colloquio e alle coccole. E non certo a chiedere dei compiti o dei risultati.
3. I giochi più educativi sono quelli che passano attraverso la fantasia della madre e le mani del padre: basterebbero due pezzi di legno ma i genitori ormai non sanno più inventare. I giochi complicati e tecnologici non possono essere definiti “giochi”.
4. Dai tre ai cinque anni è bene avviare i bimbi ai lavoretti di casa, assieme ai genitori. È utile che sappiano stirare con un piccolo ferro, attaccare un bottone, piantare un chiodo, pulire un’aiuola.
5. Sport: prima di tutto deve essere vostro figlio a desiderarlo. Meglio praticarlo in gruppo, facendogli capire che agonismo significa emergere con fatica e non solo diventare campioni. Ottime due o tre ore di palestra alla settimana. Poca competizione, tanto beneficio fisico. Tenete sempre in evidenza le due tipologie di sport: lo sport di squadra e lo sport individuale.
6. Va incoraggiata la cultura artistica, abituando i bambini al bello. Teatro, musica, arti visive regalano il desiderio di migliorare. I soldi spesi per la cultura sono quelli che rendono di più.
7. Mettiamo un salvadanaio sulla credenza della cucina. Ogni giorno facciamo inserire alcuni soldini per sostenere le famiglie povere e i bambini orfani.
8. Fate imparare ai bambini, fin dai primi anni, nel modo più simpatico e meno scolastico possibile, una lingua. Servirà loro per girare e per scoprire precocemente le tradizioni, le abitudini, le culture e le storie del resto del mondo.
9. Usate una settimana di ferie per vivere insieme un’avventura forte, scioccante, affascinante, rischiosa, internazionale (appena si potrà fare).
10. Insistiamo in tutti i modi perché gli orari di lavoro siano elastici sia per i genitori che hanno bambini piccoli in casa e sia per i genitori che hanno adolescenti più o meno problematici. La presenza dei genitori in questi due periodi è più che mai invocata.

Continuano sul n. 9/2021 del settimanale Oggi le riflessioni di don Antonio Mazzi su 10 temi importanti legati alla famiglia, alla società, alla dimensione educativa, alle relazioni, al nostro tempo. Il fondatore di Exodus richiama l’attenzione su genitori, figli, sentimenti, fede e molto ancora. E lo fa attraverso 10 punti per ogni argomento: in forma di decalogo, quindi. In questa seconda puntata affronta il tema dei figli, bambini e adolescenti. La serie dei decaloghi di don Mazzi prosegue su Oggi: da leggere e conservare.

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don Antonio Mazzi su “Oggi” n. 9/2021