QUELL’ASILO A BRANCACCIO SOGNATO DA DON PUGLISI E NEGATO AI POLITICI

24/09/2021


Alla mafia nessuno può insegnare qualcosa. La sa molto più lunga di tutti noi. Quindi lascia che tranquillamente o meno, si facciano manifestazioni, cortei, commemorazioni, comizi. La cosa che non piace alla mafia, e qualcosa ne so anch’io, è la paziente, attenta, costante formazione dei bambini. Puglisi l’aveva ben capito. “Il riscatto della nostra gente, aveva detto, parte dall’educazione dei suoi piccoli”.
E pensò di costruire al Brancaccio un asilo nido, con l’aiuto di molti. Ma non voglio fare pensieri cattivi, troppo spinti e mal collocati, però faccio fatica a capire perchè l’asilo sia quasi pronto, con la partecipazione di molti, ma che manchi la solita ultima firma, quella firmetta che non è mai all’ordine del giorno.
A noi gente normale, scappa la battuta, tra l’ingenuo e il già conosciuto, pensando che l’ultima firma dovrebbe apporla l’amministrazione comunale il cui sindaco Orlando è tra i promotori dell’iniziativa. Scusate ma a questo punto nascono cattivi pensieri. Per fortuna l’intero villaggio Padre Nostro funziona, con i campi sportivi, teatri, un centro anti violenza, la casa del Figliol Prodigo per detenuti in permesso premio, e recuperando spazi degradati.
Però il vero sogno di padre Puglisi era seminare già dentro ai bambini, o meglio cominciando dai bambini, il nuovo mondo legale, pulito, fraterno, solidale. Stranamente proprio questa firma non c’è nell’elenco dei lavori, del Consiglio Comunale, nemmeno nel giorno dell’anniversario della morte di don Pino.
Maurizio Artale, guida del centro, amaramente dichiara che Padre Puglisi è stato affossato per l’ennesima volta. Pare che il Brancaccio debba restare così, con i bambini per strada, con i ragazzi di 13 e 14 anni che continuano a spacciare, con gli indigenti che non hanno occasione di rinascita, con le famiglie ricattabili e con i mafiosi dietro la finestra che sorridendo progettano l’ultimo delitto, o lo smercio di tonnellate di cocaina.
Siamo ancora lontani, tanto lontani dalle speranze e dalle strategie che giorno dopo giorno ognuno di noi vorrebbe vedere applicate e vincenti. È vero che il bene prima o dopo vincerà, ma certamente non da solo. Diamo noi una mano e un pezzo di cuore potendolo fare attraverso la scuola, educando al bello e all’onesto i bambini.

don Antonio Mazzi su Famiglia Cristiana n. 39/2021