Scendendo dalla montagna

09/08/2021


Scendendo dalla montagna si avvicina Marco: “Quando abbiamo attraversato il bosco e poi ci siamo fermati ho visto come una luce, mi sono ritrovato. Ho pensato che quello che fosse il mio posto. Ho rivissuto il mio passato… dai fermiamoci, restiamo qui, almeno per qualche mese!”
Ci troviamo in Aspromonte, in carovana con un gruppo di adolescenti della zona di Monza, ciascuno con un proprio fardello di problemi sulle spalle. Dopo un lungo cammino nel bellissimo parco nazionale ci stiamo avvicinando al paese di Santo Stefano in Aspromonte. Altri ragazzi e altri educatori hanno lo stesso pensiero: qui si sta bene, fermiamoci, piantiamo le tende anche questa notte e per tante notti!
Pochi giorni prima Paolo, anche lui diciassettenne, ha la febbre alta tutta la notte. Temiamo che possa essere Covid e lo portiamo in ospedale, continua a vomitare, ha come delle convulsioni. Siamo molto lontani da casa e in attesa degli esiti degli esami, avvisiamo la mamma. Pessimo il rapporto tra loro, risponde forzato con delle specie di grugniti, ma la mamma decide di aspettare a venire a prenderlo. Elisa, educatrice di Exodus, lo accudisce tutta la notte e anche il giorno dopo. Gli esiti dicono che si tratta di gastroenterite. Paolo è ancora debole ma insieme si decide si raggiungere il gruppo. Un’ultima telefonata alla mamma… e succede un miracolo: si parlano come fosse normale! Ridono, fanno battute. Al ritorno la mamma racconterà di aver ritrovato suo figlio in quella chiacchierata lontana, dopo quattro anni.

La sera ci troviamo seduti ad una tavola bene apparecchiata a casa di Domenico. Sua madre ci porta i piatti cucinati con cura da lei insieme a tutta la sua famiglia. Ismaila che siede accanto a me mi guarda: “Non capisco, come è possibile! Loro ci conoscono appena, perché fanno tutto questo per noi senza alcun vantaggio? Non è possibile! Mi sembra troppo”. Lui viene da una storia di abbandono, anni di comunità, violenze subite… capisce che persone diverse esistono non solo nella sua fantasia. Non ci sono solo cattivi, nemici da cui guardarsi, lotta di interessi e di prevaricazioni. Poi il giorno dopo il gruppo incontra Samir e poi anche Alvin e poi anche Rossella… tanti incontri, tante storie nelle quali rileggere il proprio vissuto. E intanto la carovana procede il suo cammino!
La carovana, questa carovana, non è un luogo, è una finestra di luce. Una fessura che si apre nel travaglio di storie difficili e che lascia intravvedere angoli nascosti dentro la propria stanza.
La tentazione è quella di fermarsi, di innamorarsi dello spiraglio.
Per un caso, ma certe cose non succedono per caso… oggi è la festa della trasfigurazione. Tre dei discepoli si trovano con Gesù sulla montagna hanno una visione e Pietro dice “è bello restare qui, facciamo delle capanne!”.
Ma la trasfigurazione non avviene in un posto fisico, avviene dentro e, se sei capace, con l’aiuto di Dio, te la porti ovunque!


Franco Taverna, Coordinatore Exodus Progetti Povertà educativa