SE I RAGAZZI CHE SI PERDONO NON SONO MAI NELLA LISTA DELLE PRIORITÀ

19/08/2021


Sfogliando il PNRR ho come il sospetto di trovarmi in una situazione che ho già vissuto tante altre volte nella mia vita: quella del politico che mi dà una pacca sulla spalla accompagnandola con uno sguardo in parte di ammirazione, non so dire quanto sincera, e in parte di rassegnazione.

Quasi per dire che sarebbe bello poter affrontare seriamente le problematiche educative dei ragazzi e delle ragazze che si perdono, ma non è il momento giusto, non ci sono le convergenze politiche, non ci sono abbastanza soldi, ci sono altre priorità… e allora meno male che ci siete “voi” che tappate qualche buco!

Pare che nemmeno questa volta sia il momento giusto per un cambio di passo educativo e rieducativo. Lo so, il tema della educazione, ma forse meglio sarebbe dire della adolescenza che mostra sempre più segnali di fragilità e evidenzia l’inadeguatezza del mondo adulto (scuola e famiglia in primis), è una questione rilevante che travalica il PNRR e la dimensione economica, ma che cosa volete… davanti ad una mega operazione come quella che si prospetta mi parrebbe lecito tornare a sperare perché sia rimessa al centro la responsabilità educativa degli adulti.

Nel Piano presentato dal Governo si cita qua e là il valore che potrebbe essere assegnato alla dimensione sociale, molto più raramente compare la parola educazione, ogni tanto si nomina pure il Terzo Settore. Il capitolo specifico per le misure propriamente sociali-educative è il quinto che porta come titolo “Coesione e Inclusione” che conta poco meno di 20 miliardi. I servizi educativi sono menzionati nel terzo paragrafo che tratta “Interventi speciali per la coesione territoriale”, meno di due miliardi. Qui si fa riferimento alla dispersione scolastica e ai servizi educativi per minori.

Il Piano dice che saranno adottate altre riforme tra cui gli interventi per combattere la povertà educativa nel Mezzogiorno. Francamente mi sembra poca cosa, non tanto e non solo dal punto di vista economico, perché il rischio vero è quello di rimanere con una gran pacca sulla spalla e arrivederci!

don Antonio Mazzi su “Famiglia Cristiana” n. 34/2021

don Antonio Mazzi