IL MESSAGGIO DI SCUSE DEL GIUDICE: UNA FOLATA DI UMANITA’ IN CARCERE

18/08/2022


E’ raro che si respiri un’aria di profonda umanità attorno ad un suicidio avvenuto in carcere, causa droga.

E soprattutto è ancora più raro che questa folata di umanità sia partita dall’altare, a nome del giudice di sorveglianza, che aveva seguito con particolare attenzione, nei momenti più critici, la storia della ventisettenne Donatella. “So che avrei potuto fare di più per lei, non so cosa, ma so che avrei potuto fare di più”.

Tutta la chiesa ammutolita non ha perso parola di questa insolita confessione e anche a noi che la rileggiamo cresce dentro l’anima una profonda inquietudine per una giustizia che potrebbe almeno per i giovani essere tradotta da repressiva in rieducativa e anticarceraria.

Continua il giudice Vincenzo Semeraro: “Se in carcere muore una ragazza di 27 anni, così come è morta Donatella, significa che tutto il sistema ha fallito e che ho fallito anche io”. Questa ammissione pronunciata da un magistrato di sorveglianza ha una risonanza personale e pubblica significativa. Non è da ieri che noi impegnati nel Terzo settore chiediamo alternative al carcere, convinti che rappresentino la via migliore, con provati risultati positivi.

Spero tanto che questo straziante episodio, nato spontaneamente e delicatamente nella chiesa di Castel d’Azzano, nel Veronese, non solo possa prevenire i suicidi in cella, ma apra nuove strade e nuovi metodi, più degni di una società democratica.

Ci uniamo anche alla famiglia e soprattutto alla sofferenza lacerante del padre di Donatella, triste per i commenti impietosi sulla vicenda di sua figlia.

In questi momenti, chi ha un po' più di cervello e di cure dovrebbe sapere che servirebbe di più qualche parola amica e qualche atteggiamento umile e fraterno per non fare ancora più male a una famiglia distrutta.

Chiudo con la frase dolcissima scritta da Donatella a Leo, il suo fidanzato, nel carcere di Montorio: “Perdonami, sei la cosa più bella che mi poteva capitare. Scusami se me ne vado così, amore!”.

don Antonio Mazzi su “Famiglia Cristiana”