È solo una delle tante storie di ragazzi maltrattati. I fatti risalgono al 2016, ma sono emersi solo ora perché un processo chiarirà l’accaduto. Si apprende dalle cronache che un minorenne del Veneto affetto da “sofferenza reattiva da accadimenti”, pesantemente perseguitato dentro e fuori scuola da bulli, consigliato da amici, avrebbe chiesto aiuto a tre ragazzi più grandi che si offersero di proteggerlo gratuitamente, portandolo anche a scuola in auto. I tre soccorritori in breve tempo si sarebbero, però, tramutati in altrettanti bulli, con il risultato di trasformare la “gratuità” in un progressivamente consistente passaggio di denaro.
La situazione è diventata evidente in casa quando il ragazzo bullizzato, fragile e spaventato, è arrivato ad inventare un assalto di ladri d’appartamento, con cassaforte aperta, cassetti rovesciati e un occhio nero, per giustificare i soldi mancanti. Di piccoli ammanchi iniziali i genitori, molto impegnati in quei giorni, non si sono accorti subito, ma quando ci sono stati il disastro in casa e un buco improvviso di molte migliaia di euro, il papà non si è arreso finchè il figlio e le forze dell’ordine non hanno trovato una spiegazione.
Per il padre il colpo è stato economicamente duro, ma per lui, ancora più dura è stata la sua mancanza di attenzione e di sorveglianza con il figlio, il problema non colto per tempo, tanto che si è convinto a parlare dell’esperienza avuta: “L’unica consolazione - ammette al Corriere della Sera – è che almeno mio figlio non è stato indotto a commettere qualche grave reato”.
Casi simili ne ho incontrati nella vita. Più che indulgere in particolari, vorrei aiutare i genitori insistendo su relazioni intense, su presenze intelligenti, sul lavoro di gruppo e sull’auto-aiuto. I casi si fanno sempre più pesanti e pericolosi. Mi piace però un’osservazione del padre: “La nostra famiglia è uscita più forte e ora credo che parlarne possa servire a mettere in guardia i genitori di altre vittime del bullismo”. Fortuna vuole che Diego si sia abbastanza recuperato. Infatti, lui dice: “Se vedessi un ragazzino in balia di qualcuno, interverrei per difenderlo senza paura, perché è proprio la paura a rovinarti la vita”. La cosa però che mi chiedo spesso è come possano sfuggire a insegnanti preparati gli stati d’animo e i profondi turbamenti anche esteriori che trapelano da questi malesseri.
don Antonio Mazzi su “Famiglia Cristiana”