A novant’anni passati sono ancora sulla soglia e mi arrivano giovani, che noi riteniamo non credenti, che ti spiattellano decine di domande inquietanti.
Hanno bisogno di capire se sono davanti a un falso d’autore o a un uomo che può dar loro delle risposte. In pochi minuti, ti rapiscono e ti immergono dentro le loro inquietudini: “Credi davvero a Dio? Che bisogno c’e di Dio? Ma non capisci che la Chiesa è solo una baracca in cerca di soldi? Perchè moriamo? Perchè siamo al mondo? Ma se e vero che Dio ci vuole bene, perchè permette tanti dolori?”.
E di seguito parlano di felicità, di sesso, di corpo, di silenzio… Sul silenzio, in particolare, molti insistono in modo pressante. La solitudine li spaventa.
Credevo che i giovani fossero più interessati alla giustizia e alle gravi ingiustizie sociali, invece sono spaventati dalla solitudine, dalla depressione, dalle bugie sulla felicità… Ti si piantano lì davanti e non mollano. Non è possibile che io creda a queste balle. Secondo loro siamo al mondo perchè ci è capitata una disgrazia e viviamo cercando di non pensarci. La vita come disgrazia… e l’assurdità di un prete, come me, che non solo si dà da fare per gente come noi (dicono loro), ma salva anche quelli che potrebbero tranquillamente crepare.
Uno dei tanti mi ha detto: “Pensavo che l’importante nella vita fosse fare ciò in cui si crede, ma poi ho capito che la vita chiede di adattarmi e adesso non so più cosa fare. È tutta una cagata… Scusa, ma è così”.
Sono proprio questi ragazzi a distruggermi, perchè con i disperati e con i casi difficili ci sto da decine di anni e in qualche modo qualche risposta la so dare (anche se la risposta più vera la vedono nella vita che conduco e nell’amore che dono a loro), ma a questi giovani che mettono il suicidio tra le cose possibili, che dalla vita hanno tutto e di più, e la odiano, cosa rispondi?
Mi è nata così la voglia di prendere il Vangelo e riportarlo alle origini: una storia impossibile, resa possibile perchè vissuta nel modo più normale… da un uomo vero chiamato Gesù.
don Antonio Mazzi su “Famiglia Cristiana”