Chi ascolta gli adolescenti?
Probabilmente i primi ad occuparsi “scientificamente” delle ragazze e dei ragazzi, ad ascoltare i loro desideri e bisogni, sono stati gli esperti di marketing, ormai tanti anni fa. Il loro, evidentemente, era ed è un ascolto interessato: a vendere ogni genere di cosa, molto più raramente servizi, sia utili e sia inutili, sia benefici e sia dannosi. Dopo di loro altri soggetti, più o meno esperti, hanno mostrato un certo interesse alla varia popolazione degli adolescenti e dei giovani, ma quasi sempre in maniera superficiale e occasionale. Per esempio i politici in occasione delle elezioni.
Da qualche anno però sembra che il tema dell’ascolto delle giovani generazioni sia tornato a galla con maggiore convinzione e con una sensibilità più matura da parte degli adulti. Risulta infatti sempre più frequente, in contesti anche molti diversi, la consultazione delle ragazze e dei ragazzi, la richiesta di una loro presenza o partecipazione nei processi decisionali o all’interno di eventi.
Risulta perciò molto opportuna l’iniziativa del Dipartimento per le politiche della famiglia, con la cura dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, che nel mese di luglio 2022 ha pubblicato le “LINEE GUIDA per la partecipazione di bambini e bambine e ragazze e ragazzi (Decreto del Ministro del 12 luglio 2022). In questo documento si descrivono gli orientamenti per una partecipazione di qualità e si suggeriscono accorgimenti per tutte le fasi dei processi partecipativi con i minorenni: la preparazione, la realizzazione, la restituzione e la valutazione.
Anche noi di Exodus, con il nostro sguardo allenato alle situazioni più delicate, a ragazze e ragazzi chiusi, sofferenti, provocatori o esplosivi ci interroghiamo costantemente sui modi più efficaci, o forse meglio dire più giusti, per mettersi in ascolto delle loro voci.
Ecco, proprio partendo dalle nostre pratiche quotidiane, dai cammini fianco a fianco con i ragazzi nelle più diverse condizioni, provo a mettere qui un piccolo decalogo sull’importanza dell’ascolto, distillato dalla nostra esperienza.
L’ascolto autentico:
- Non è episodico. L’ascolto vero è quello continuo, non si “accende” solo al momento dell’emergenza o in particolari occasioni.
- È ascolto di tutti, non solo di quelli che hanno la parola facile o sono più brillanti. È l’orecchio allenato anche ai segnali deboli.
- È inserito in una cornice di senso. E il senso delle cose è la loro esperienza e perciò si può dire ancora meglio: l’ascolto deve essere inserito all’interno di una relazione. L’ascolto non è un questionario di gradimento.
- Non si ferma alla partecipazione – serve il coinvolgimento attivo. Ascolto non significa richiesta di un parere consultivo, poi tanto gli adulti sanno come fare. È la presenza attiva al tavolo che li riguarda.
- È sperimentazione della responsabilità. L’efficacia dell’ascolto si misura sulla possibilità di tradurre in fatti le parole e valutarne le conseguenze.
- È abitudine al confronto e all’ascolto di altre opinioni. L’ascolto è plurale, come minimo bidirezionale, ma in un gruppo è l’allenamento a mettersi davvero nei panni dell’altro.
- Deve riguardare temi di loro competenza. Le ragazze e i ragazzi vanno ascoltati nelle emozioni che vivono, spesso turbolente e confuse così come è il loro sviluppo e il loro affacciarsi al mondo.
- Vuole ricevere un feedback. Gli adolescenti hanno bisogno di uno specchio sincero nel quale rivedersi, anche se ci butta in faccia parole crude.
- È libero da griglie interpretative. L’ascolto, nei limiti del possibile, deve essere vergine, orientato ma non condizionato da “categorie”. Psicologiche, sociologiche o peggio pregiudizi (se sei figlio di … allora…).
- Deve svolgersi in un contesto sereno. Meglio sarebbe sotto un cielo stellato, o dopo una giornata di volontariato davanti a una birra.
Buon ascolto!
Scopri di più sul Progetto SOS Adolescenti di Fondazione Exodus, un Servizio di Ascolto e Accoglienza per ragazzi e famiglie
Franco Taverna, Responsabile Area Povertà Educativa Fondazione Exodus