IL MALE FA NOTIZIA, MA IL BENE CONTA DI PIU’

26/08/2022


In questi giorni migliaia di ragazzi sono andati a Međugorje, a Compostela e in altre località artistiche, alpine, sportive e religiose, ma per l’opinione pubblica hanno f­atto molto (e troppo) chiasso soprattutto le violenze dei trapper.

Con questo non voglio banalizzare niente, anzi, ma chiedo da tempo alla stampa e alla televisione che certi spettacoli bestiali vengano messi meno in risalto, anche perché dare informazioni su tanti particolari violenti, senza che poi si agisca per prevenire, non credo sia cosa seria.

Le scene dei due trapper di Milano, i coltelli, le frasi a sfondo razziale, la bicicletta con lo zaino buttati tra i binari, dopo aver aggredito e tagliato i copertoni, si sono viste infinite volte, credo sia antieducativo e anche poco sociale questo infinito ripetere. Diamoci qualche limite anche nelle cronache.

Se aggiungiamo poi i fatti di Santa Marinella e delle periferie di Milano, non basta che ci spaventiamo, ma occorre che ci muoviamo: dobbiamo, come ho già detto altre volte, lavorare intensamente, in sinergia tra pubblico e privato, sulla prevenzione.

Queste ultime violenze hanno poi assunto aspetti molto diversi da altre. In questo caso esistono faide che si contendono le piazze e che non hanno più limiti. Ammazzare e maneggiare coltelli e pistole, è diventata cosa normale e le azioni sono sempre più cruente e “spettacolari”, chi le compie cerca così di acquistare gradimento alla propria musica.

Mai avrei pensato che il genere musicale nato dall’hip hop venisse abbinato a scene così assurde e selvagge di violenza compiuta. Per accaparrarsi contratti con le case discografiche si passa dalle parole agli scontri fisici e alle sparatorie. Purtroppo ancora una volta soffro perché mi devo accontentare di raccontare senza fare qualcosa di veramente utile e positivo.

Però il fenomeno si è talmente espanso che tutti dobbiamo non solo farci le solite domande, ma chiederci quali mezzi, quali attività preventive urga mettere in piedi. La galera, la Polizia di Stato e qualche unità mobile, non possono essere la sola risposta, perché i fatti ci travolgono ed esigono azioni molteplici e plurilaterali.

Però, non prendiamo le criminalità e le azioni sempre più cruente soltanto con preoccupazione e paura, perché quello che leggiamo o quello che emerge è ben lontano dal rappresentare tutta la realtà, fatta di male certo, ma per fortuna pure di bene, che si vede di meno ma certamente più numeroso.

don Antonio Mazzi su “Famiglia Cristiana”