QUANDO I RAGAZZI TRASFORMANO I SENTIMENTI IN RABBIA E VENDETTA

10/06/2022


Fa male al cuore dover leggere fatti sempre carichi di azioni selvagge, frutto dell’animalità che ci portiamo dentro. Se poi queste azioni giovanili dovessero far parte del nuovo modo di stare insieme, trasformando tutto in vendetta anziché in amicizia – come il caso delle due sorelle di Napoli sfregiate con l’acido per strada da una ragazza di 22 anni, loro zia, per dissidi familiari - ancor più ci dovrebbe cogliere la tristezza e il complesso di colpa.

Può accadere che già nell’età più bella della vita certi giovani abbiano perso la direzione che va verso la conoscenza, dei pregi e dei limiti’?

Buttarsi su un motorino solo con la finalità di fare del male, forse nemmeno per vendetta, ma perché far del male diventa un gioco, deve spaventare noi adulti. Non possono lasciarci defilati episodi di tale malvagità. E tanto meno dobbiamo legarli a qualche località, perché qui parliamo di tutti i nostri figli e dei pericoli ai quali sono esposti sia le vittime come gli “attori”.

L’adolescenza dovrebbe risultare il preludio delle grandi domande che fremono dentro di noi. Soprattutto dovrebbe essere abbastanza chiaro che cosa è il bene e che cosa è il male. Ma sia per capire l’uno come l’altro i ragazzi hanno bisogno dell’esempio di noi grandi che queste situazioni le abbiamo vissute e ancora le stiamo vivendo.

La vita è un viaggio, e in ogni viaggio dobbiamo caricarci del bagaglio necessario. E qui per bagaglio intendo, coscienza, volontà, rilettura del nostro carattere, per non lasciarci travolgere dalla nostra straordinaria avventura. C’è una grande differenza tra viaggiare ed errare, vagabondare, disorientarsi. Se concepiamo l’etica del cammino vitale come l’arte di orientarsi in mezzo alle vicissitudini, forse di queste pessime notizie ne sentiremmo parlare di meno.

don Antonio Mazzi su “Famiglia Cristiana”