Ancora un massacro che va letto con molta prudenza, perché non aveva assolutamente le premesse solite. Per chi conosce le abitudini bresciane o bergamasche mangiare uno spiedo in compagnia, con qualche bicchiere di vino, è liturgia scontata e popolarissima. Pertanto, i cinque ragazzi tra i 17 e i 22 anni che sono morti in un incidente in auto la notte tra il 23 e il 24 gennaio a Rezzate (Brescia) venivano da un pranzo più che normale. Come sono morti è inspiegabile. Il non avere la patente non significa automaticamente il non saper guidare.
Per la legge sono certamente punibili e rimproverabili per la sfrontatezza e il menefreghismo delle leggi. Tutto questo mio discorso è doloroso perché suppone una disgrazia, una fatale disgrazia. Quindi più che giudicati andrebbero pensati come sfortunati, tragicamente sfortunati. Se poi penso che sono morti cinque su cinque, ancora di più tremo e mi interrogo. Rischio nel pensare a vittime innocenti, terribilmente sfortunate, colte in un momento di gioia, di amicizia e di giusta allegria, rara tra i giovani di questo periodo. Le loro storie testimoniano giovinezze normali, di lavoratori, di studenti e di serene convivenze cittadine.
Mi rifiuto quindi, in questo caso, di tornare su riflessioni scontate. Qui non c’entra niente con gli incidenti del sabato, sempre più o meno risultanti da abusi di sostanze e da nottate ben conosciute. In questo caso i ragazzi tornavano da una grigliata tra amici. Non confondiamo la disgrazia con le serate selvagge e cariche di violenza o di dipendenze pesanti. È vero che l’incoscienza giovanile c’è, ma non centra con la disgrazia.
I nostri giovani hanno bisogno di divertirsi, di far respirare il mondo che si portano dentro, di non stare insieme solo e sempre per fare del bullismo o delle sceneggiate animalesche, ma di trovare luoghi e occasioni che esaltano l’essere giovani e sani dentro e fuori. Approfittiamo quindi di questa ennesima tragedia per far capire che anche momenti sereni possono, per un’imprudenza, trasformarsi in momenti dolorosi e nel contempo promuoviamo iniziative belle, vere e prudenti delle quali tutti, ma soprattutto i giovani in questo periodo hanno bisogno.
don Antonio Mazzi su “Famiglia Cristiana”