RAGAZZI, USATE L’ISOLAMENTO PER RECUPERARE IL TEMPO DEL SILENZIO

10/01/2022


Cari ragazzi,

la pandemia sta nuovamente esplodendo e obbliga a ripensare le relazioni, le cosiddette ammucchiate, e, addirittura se sia meglio stare in casa piuttosto che rischiare. Questo stare in casa per voi pare una prigione sotto altro aspetto. Già l’altra volta specialisti, giornalisti e insegnanti hanno riempito pagine e dibattiti sull’effetto lockdown.
I due anni di didattica a distanza e di distanziamento da compagni e amici di scuola hanno in voi i disturbi psichici e in particolare le depressioni e le anoressie. Io da tempo sto sognando la scuola “villaggio” che sia luogo di aggregazioni, aperta il pomeriggio e anche qualche sera e per qualche weekend culturale e musicale. La scuola non è solo luogo di lezioni in classe, sottolineo la classe, perché sarei per le pareti mobili e per un modo radicalmente diverso di fare scuola. Mi pare che in qualche plesso scolastico siano in funzione ancora i matitoni rossi, le sospensioni, i castighi e le note sul diario.
Torno e rovescio il problema mettendo sul “tavolo” il bisogno di ritagliare tempi e spazi per il silenzio, pronti a rimmergersi nel mondo purificati e rinnovati senza essere travolti dalle sue dinamiche, come era stato prima del lockdown.
Antonella Lentini scrive: “Il silenzio radica nel profondo, dà centratura”. Duccio Demetrio ha fondato “l’Accademia del silenzio”. E parla di un tipo di silenzio che portiamo nello zaino sia vicini alla montagna come vicini alla metropolitana.
Paola Maugeri, conduttrice tv, ci dice che prima dell’alba prende appunti e cerca di capire dove sta andando la sua vita. Joshua Wahlen nelle “Voci del silenzio” libro scritto insieme ad Alessandro Seidita, è sicuro che l’unica soluzione contro la perdita del senso della vita sarà il silenzio.
Cari ragazzi, le nostre giornate sono troppo confuse e troppe volte le vostre non sono amicizie ma occasioni per non incontrare voi stessi. E qui arriva la mia proposta: se dovete stare in casa qualche ora in più “cercatevi” e ricordatevi che ogni attività dovrebbe essere compensata di una sosta “energetica”. Se interiorizzate questo semplice “esercizio” trasformerete le fragilità in ricerca per evitare di vivere fuori misura.
Ciao a tutti!

don Antonio Mazzi