A Bolzano, il provveditore è indagato perché avrebbe preteso due otto in pagella per suo figlio, in seconda media. Il fatto contestato, riemerso ora, risale a due anni fa. Secondo l’avvocato, il provveditore indagato sarebbe molto stupito perché i suoi rilievi, non riguardavano solo i voti del figlio, ma alcune discrepanze legate al periodo Covid. Si usciva dal lockdown ed erano state adottate regole particolari che per il figlio non sarebbero state applicate. Soprattutto due erano i voti “indigesti”: il 6 in Tecnologia e il 7 in Musica.
Secondo l’accusa invece il sopraintendente si sarebbe attaccato nervosamente al telefono e avrebbe segnalato i due voti sbagliati. E, sempre secondo l’accusa, avrebbe chiesto di riconvocare il consiglio di classe per rivedere l’errore tecnico. Pare che alla seconda riunione il professore di Tecnologia, abbia accettato di passare da una normale sufficienza (6) ad un voto eccezionale (8). Invece l’insegnante di Musica sarebbe rimasto fermo sulle sue posizioni perché il suo 7 era dovuto alla media di tutto l’anno.
Non vado avanti e lascio che l’indagine vada per la sua strada. È un’altra la riflessione “desolata” che io faccio. Com’è possibile che un provveditore, un preside e alcuni docenti cadano in diatribe simili? Da qualche tempo l’opinione pubblica e la cosiddetta gente non è contenta per come va la scuola. La fatica del Ministro e le varie innovazioni scolastiche non entrano nella simpatia dei genitori e nemmeno dei docenti. Le manifestazioni si moltiplicano con più o meno ragione. Le due novità più “discusse” sono state l’alternanza scuola lavoro e le due prove scritte alla maturità. Io sono seriamente d’accordo con il ministro e spero in ben altre riforme, specialmente alla media inferiore. Però, anche se in questo caso fossi dalla parte dei docenti, il motivo sarebbe ben più serio e discutibile. Arrivare così in basso, da fermare una scuola per i voti sbagliati al figlio non lo farebbe nemmeno il peggiore dei genitori. E qui si tratta di un provveditore che respinge ogni accusa, perché dice il suo avvocato, l’atteggiamento era orientato a segnalare l’intera situazione della classe.
Comunque, nessuna scusa, anche fosse vera, può essere sufficiente per giustificare una “vergogna” simile.
don Antonio Mazzi su “Famiglia Cristiana”