SPERO NELL’UOMO

15/04/2022


Spero nell’uomo dai grossi scarponi che con passo libero annuncia la pace incurante delle tempeste dei potenti.
Spero nell’uomo che si inerpica sugli stretti sentieri della povertà, scrutando orizzonti infiniti, insieme con la gente semplice.
Spero nell’uomo dai jeans a buchi, dalle ginocchia nude, solidale e sempre pronto a lavare le ferite del disabile violentato.
Non spero nell’uomo dalla giacca a doppio petto adoratore di se stesso.
Spero invece, anzi credo nell’uomo sempre presente dove si crea vita e si costruisce libertà, e che si sporca le mani in opere di giustizia, caparbio nello sperare contro ogni speranza.
Dispero negli uomini dagli occhiali da sole, giorno e notte, con la bocca piena di proclami e di parole biscotte.
Spero nell’uomo dalla schiena bruciata dal sole, fedele al gruppo, e radicato nelle tradizioni, leale nel condividere gli stessi utopici ideali, capaci di amicizie vere, con i suoi che gli rivelano sempre nuove creature.
Non credo nel ragazzone sgangherato, con il corpo pieno di bestie, e con il pugno sempre pronto per esaltare il bullismo.
Spero nei giovani che sudano sotto il carico dello zaino, svuotato dalle proprie cose meschine e ripieno degli angoscianti problemi dell’umanità, buoni samaritani che passano dall’Ucraina all’Africa, dal quartiere dimenticato all’oratorio polivalente.
Credo nell’uomo che fa della speranza la dea degli occhi verdi, della carità e dell’amore le colonne del nuovo umanesimo, che riapre la finestra dell’Arca 2000, per liberare le colombe sul Nord Europa e il Nord Africa.
Finisco con Gibran, il quale dice che mentre noi tuoniamo e ci spariamo a vicenda, la speranza con la sua arpa risuona e implora di ascoltare i suoi ritmi e i suoi canti.

don Antonio Mazzi su “Famiglia Cristiana”