ANCHE PER I RAGAZZI DIFFICILI C’È SPERANZA

19/04/2023


Quando per Famiglia Cristiana gli chiediamo di commentare azioni non raccomandabili di ragazzi difficili, spesso don Antonio Mazzi "si ribella": «Fatemi commentare cose positive!». Il suo ultimo libro, però, Se grandina a primavera, Amare e educare gli adolescenti (e noi stessi) in un tempo di crisi, parla di alcol, di droga, di violenza, di bullismo e tanto di padri.

Perché, don Antonio, stavolta che poteva decidere senza di noi?

«Ho cercato di scegliere temi che potessero essere "un po' e un po'", non possiamo negare che stiamo vivendo un tempo di crisi che ha conseguenze a a volte drammatiche, però la scelta di citare i casi difficili non mira a disperare, ma a ricordare che, con pazienza, attenzione, molta sensibilità, senza drammatizzare e con il senso di paternità profonda, anche i difficili possono venirne fuori».

Che cosa manca ai padri per essere i "pazienti costruttori di legalità" che chiede loro di essere?

«Sembra banale ma non lo è: la paternità. Non basta essere ottime persone e ottimi mariti cui nasce un figlio per essere anche padri. Temo che la nostra società abbia perso il modello della paternità, si è lasciato troppo spazio al ruolo della madre, ma lo dico non certo perché io ce l'abbia con le donne, ma perché vedo negli uomini poca coscienza del ruolo paterno».

Gli adulti non sanno più dire no?

«A sé stessi prima di tutto. Diventare adulti è imparare a dire dei no ai propri capricci, solo chi sa farlo come padre potrà dire dei no credibili a un figlio».

Una sua frase dà da pensare: «Possibile che le doppie vite dei nostri ragazzi si nascondano così bene?

«Siamo una società di adulti superficiali e chi è superficiale fatica a leggere le cose interiori proprie e le cose interiori degli altri».

È cresciuto senza padre, come ha imparato?

«Dalla vita. Ho avuto un'adolescenza critica, ho fatto piangere mia madre tante volte, a scuola non sono mai stato un modello di condotta. Poi è arrivata l’alluvione del Po, nel 1951, e io, ventenne, povero in canna, che aveva sempre passato Natale e Pasqua in collegio perché a casa non si mangiava, mi sono trovato tra paesi sommersi e migliaia di morti. Una sera, davanti a bambini rimasti senza papà, senza mamma e senza casa, Antonio Mazzi che era arrabbiato con il Padreterno perché gli aveva rubato "solo" il padre è diventato qualcosa di molto diverso. Sono prete perché ho voluto fare il padre per chi non lo aveva».

Parla molto di bullismo, dovè il problema?

«Sono furioso Soprattutto con quelli che guardano come assistendo a uno spettacolo. Sono persone che hanno confuso un dramma vero con un apparecchio televisivo: siamo di fronte a una mancanza di presa di coscienza e di senso di realtà».

Per "divertimento" si beve e si picchia. Abbiamo perso il significato originario di una parola importante?

«Sì, abbiamo confuso il divertimento con la violenza: una parola che dovrebbe contenere gioia, fraternità, viene travisata. Sono preoccupato per il fatto che anche il gioco, il tirare quattro calci al pallone, spesso in adolescenza smette di essere divertimento e diventa altro. E quanto al bere io ho l'impressione che oggi bevano con l'obiettivo di andare fuori di testa».

Scrive: «L'educazione va succhiata col latte». Dopo è tardi?

«Bisogna andare alla sostanza: si educa quando, nella maniera più semplice, si insegna a stare al mondo fin da piccoli. Da adolescenti, le compagnie positive, sane valgono più di psicologi e specialisti».

Ha un rapporto particolare con una frase del Vangelo della Settimana Santa: «Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno». Perché?

«Fatico a pensare che i cattivi siano cattivi fino in fondo: anche il più Caino ha dentro un po' di Abele, per questo amo definirmi un uomo di speranza e sono convinto che se avessimo tutti un po' più di speranza e fossimo un po' più positivi, faremmo bene a noi stessi e ai nostri figli. L'adolescenza dovrebbe essere il tempo della speranza, non il tempo della disperazione».

LEGGI l'ARTICOLO

di Elisa Chiari su “Famiglia Cristiana” – 15/2023