Guido Bertolaso, assessore al Welfare della Lombardia, stringe la mano a don Antonio Mazzi
Prima una lettera sul Corriere il dieci gennaio scorso per riportare l’attenzione dell’opinione pubblica e della politica sulle comunità terapeutiche e sulla loro gestione, firmata da don Mazzi e indirizzata all’assessore al Welfare della Lombardia Guido Bertolaso, poi la visita di quest’ultimo (pochi giorni fa) alla comunità Exodus del sacerdote 94enne vicino ai più fragili. Proprio durante quest’incontro è nata l’idea di indire un convegno sulle tossicodipendenze promosso dalla Regione Lombardia nei prossimi mesi: «Si tratterà di uno strumento innovativo — annuncia Bertolaso — per mettere intorno allo stesso tavolo operatori, comunità e politici per affrontare il problema della droga da nuovi punti di vista: il problema delle sostanze sintetiche è devastante e noi dobbiamo aggredire i problemi sociali alla base del consumo; bisogna poi ampliare il numero dei letti ospedalieri destinati a questo tipo di pazienti che in molti casi sono giovani o giovanissimi, spesso minorenni».
Uno dei passaggi più salienti della lettera di don Mazzi riguardava fra l’altro una ridefinizione del concetto di centro di recupero: «Dovrebbero divenire piccoli centri educativi ai quali accedono ragazzi che hanno problemi di ogni tipo. Non esiste più il tossico “puro”. Le richieste che ci vengono fatte, arrivano in seguito ad esperienze varie e storie più o meno complicate». E ancora: «Gli ultimi atti della Regione hanno trasformato gli educatori in guardiani ed in impiegati che devono quotidianamente riempire moduli».
Da questa presa di posizione la scelta della visita di Bertolaso a don Mazzi. «Regione Lombardia — ha detto l’assessore — vuole essere un alleato delle comunità terapeutiche, non un avversario. Per questo, abbiamo aumentato le risorse destinate al settore per il 2024. Abbiamo anche previsto una serie di incentivi per le comunità che si adeguano ai nuovi requisiti di accreditamento e che partecipano ai progetti di rete con i Sert e con le altre realtà del territorio».
Per quanto riguarda i finanziamenti, la Regione stanzia su base annua 80 milioni per la cura delle persone con problematiche di dipendenze, mentre 16,5 milioni sono destinati al potenziamento dei servizi ambulatoriali e allo sviluppo di nuovi modelli di presa in carico. «Non credo che sia necessario cambiare il metodo delle comunità terapeutiche — ha concluso l’assessore — ma piuttosto aggiornarli e adattarli ai tempi e ai contesti che cambiano di continuo».
Qui la lettera aperta di don Antonio Mazzi pubblicata lo scorso 10 gennaio sul Corriere della Sera
di Fabrizio Guglielmini – Su Corriere della Sera del 31 gennaio 2024