Ho appena letto che papa Francesco, quando morirà (spero tardi) vuole essere sepolto a Santa Maria Maggiore. Non vedo niente di stravolgente perché, essendo vescovo di Roma, è giusto che riposi nella sua cattedrale.
Tra l'altro, in questi giorni, mi è capitato tra le mani un libretto di Christian Boni, il quale dice: «Non faccio di Cristo il prigioniero del Vaticano. Faccio di lui l'uomo assoluto, perché è semplicemente umano in ogni suo gesto, in ogni suo silenzio, nelle sue lacrime». Mi pare che buona parte di queste parole possano essere giustamente adottate anche per il nostro Papa, il quale in questi giorni ci dice di non sprecare il Natale. Non solo perché parte del mondo sta soffrendo a causa della guerra, della miseria, della violenza, ma perché il Natale è dolcezza, solidarietà, innocenza, pace, grotta, silenzio. Per carità, non trasformiamo questa festa in Quaresima, ma nemmeno riduciamola in giocattoli, in Babbi Natale e in presepi viventi. II Dio del Natale è un bambino che rivoluziona il "pensiero borghese" e che ci dice che è vivendo da poveri che possiamo morire da ricchi. È chiaro, quindi, che al nostro papa Francesco il Vaticano sta stretto.
Don Antonio Mazzi su “Famiglia Cristiana” – 1/2024