In questi giorni (non so perché) mi risuona dentro la testa, con la melodia del violoncello, la strofa che ai tempi cantavamo molto volentieri anche se stonati, sui campetti di calcio degli oratori prima delle partite: “Don Bosco ritorna, tra i giovani ancor”. Canto che a me piace per due motivi: il primo perché era la canzone che cantavo anche in bagno, secondo perché per me don Bosco è sempre rimasto “don Bosco”. L’aggettivo santo mi pare che funzioni meno.
Vi debbo anche dire che per i ragazzi delle mie comunità io sono sempre “il don”: “L’’ha detto il don”, “Cosa vuole il don”, “Andiamo dal don”. Sarebbe bello che tornasse autentico questo “don”, non perché è un aggettivo o un titolo, ma perché dentro a queste tre lettere c’è un progetto, un ideale e un forte bisogno di non perdere ed eventualmente di ritrovare, l’amorevolezza e l’amicizia che da qualche tempo, per vari motivi, stiamo pian piano perdendo.
Pensandoci bene, credo che il don Bosco di allora non avesse fatto i regolari infiniti corsi di Scienze dell’Educazione. Sono bastate tre parole per orientare i suoi momenti formativi, una ve l’ho già detta, amorevolezza, le altre due sono: ragione e religione.
Don! Se tornassi davvero ci faresti un grande favore. Te l’ho già detto un’altra volta. Non ti preoccupare, non ho fretta. So aspettare!.
Don Antonio Mazzi – Famiglia Cristiana n.5/2025