Leggevo qualche giorno fa una frase che ha provocato la mia coscienza. Diceva: “Chi educa deve lavorare fino a creare un clima di felicità”. Collegare la felicità al mondo educativo credo sia molto più facile da dire che da fare.
Siamo più abituati ad altre parole, come: comprensione, amorevolezza, dialogo, ascolto, relazioni positive. Già mi sembravano parole importanti e motivanti. Però pensare di poter arrivare fino al clima di felicità mi pare fare dell’eccesso programma educativo.
Eppure, se mi fermo un po’ e ragiono, penso che, mentre al benessere non mettiamo mai limiti e siamo interessati a non metterli, perché dobbiamo diventare prudenti su progetti che potrebbero costruire il vero benessere di domani?
Per i nostri ragazzi non sono più sufficienti i sentieri, nemmeno gli oratori. Dobbiamo aiutarli a scalare sogni e, scusatemi se sbaglio, a trasformare quello che ieri pensavamo fosse clima disciplinare, in percorso di benessere.
Ed è a questo punto che mi sono sentito sorpreso, perché, leggendo altre riflessioni, ho capito che dobbiamo scoprire una terza parola: l’obbedienza. Ce lo dice Seneca: “Devi imparare anche a godere…”!
Don Antonio Mazzi – Famiglia Cristiana n.7/2025