Come mai don Antonio ha voluto che fosse proprio un miscredente come me a fare la prefazione del suo libro? Come può sbagliarsi uno che ha gli occhi come il furetto de L'era glaciale 3? Scherzo da prete? Guardatelo nella foto della copertina, si è messo in una posizione ispirata, ma tutto di lui, capelli, orecchie, dita sembrano prendere in giro. "Oddio, cosa ho fatto?" ma la faccia non è quella di chi chiede pietà o approvazione: è quella di un bambino dispettoso e impunito. Siamo abituati a vedere i santi come dei baccalà: di solito sono di legno o gesso con le ossa rinchiuse in teche di cristallo. Roba da paura. Quindi don Mazzi non dovrebbe essere un santo a meno che Dio non sia, oltre che infinitamente buono, anche infinitamente dotato di senso dell'umorismo. Credo che questo libro non sia il "book" di presentazione con il quale il fondatore di Exodus pretenderà di ascendere direttamente in Paradiso, lo vedo piuttosto come la testimonianza di chi le cose ha cercato di farle soprattutto su questa terra, trovando grande soddisfazione, e che in cielo sicuramente si romperà le scatole. E' possibile che don Antonio abbia pensato che Striscia la notizia sia una specie di comunità. La sua intenzione è tutt'altro che peregrina: i nostri inviati non sono giornalisti, ma un gruppo di sfigati che trovano la loro ragione di essere lavorando tutti insieme. E' sulla strada che, invece di perdersi, trovano se stessi e gli altri e, cercando di capire il prossimo, provano a capire soprattutto se stessi. Gente con lo sturacessi in testa, tapirofori, abitanti di rossi pupazzi pieni di acari, mitomani emuli di san Francesco, travestiti, acrobati ciclisti, ex attori pornosoft, peppie pentite e non, cantanti falliti, tutti "vagabondi peregrinanti" aperti all'ascolto. Don Antonio dice che Exodus ha offerto e offrirà l'occasione di ridarsi il nome, per il suo non c'è bisogno; fa i mazzi, ma soprattutto se li fa.
Antonio Ricci
PS: non ho mai visitato Exodus, ho paura che non mi facciano più uscire.