Per un magistrato, don Antonio Mazzi è l’antitesi apparente della propria non facile attività, fatta di quotidiane condanne e di qualche rara assoluzione. Forse per questo, desiderare di conoscerlo e subito incontrarlo sono stati momenti quasi obbligati, mossi da una forza nascosta e irresistibile.
Il “dopo” è quasi banalmente semplice.
Potrei parlare di una stima enorme per la sua intelligenza e le sue qualità carismatiche, oppure della soddisfazione nel vedere realizzate da questo piccolo-grande uomo tante presunte utopie, ma farei torto al principale sentimento che mi lega a don Antonio: una bella e profonda amicizia, credo ampiamente ricambiata. Il tutto tra un gol e l’altro realizzati per Exodus dalla Nazionale Magistrati e nonostante la contrapposizione di vedute tra un giudice bianconero e un prete nerazzurro.
Pietro Calabrò