Ho incontrato il don alcuni anni fa appena dopo che il Lambro aveva inondato la Cascina. Aveva bisogno di aiuto e, con mia moglie, eravamo andati a trovarlo.
Gli obbiettivi della Fondazione non mi entusiasmavano e il don visto in televisione mi aveva certo colpito per simpatia. All’incontro mi sembrò un po’ ruvido, certamente molto stanco e preoccupato, ma anche molto determinato nella sua missione. Mi colpì l’ordine e la bellezza semplice della Cascina, nonché la naturalezza e la semplicità nei comportamenti Suoi e di tutti, da cui comunque traspariva ordine, rigore, rispetto e volontà.
Oggi, sembra una follia dirlo, ma andare in Cascina, che è un luogo di vero dolore, rappresenta per me un momento di serenità. Il don e i suoi collaboratori ogni giorno realizzano il vero miracolo: far apprezzare a questi sfortunati ragazzi la vita e il dono della vita.
Arnaldo Borghesi